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Torrente Oliva: la procura paolana estende le indagini a tutto il corso fluviale

Il procuratore di Paola, Bruno Giordano lo aveva detto. Il programma di carotaggio per comprendere cosa vi sia di radioattivo nella vallata del Torrente Oliva tra i comuni cosentini di Serra d'Aiello e Aiello Calabro, sarà elastico. Lo abbiamo concordato con il Ministero dell'Ambiente sulla base dei rilievi finora condotti con i magnetometri che rivelano presenze di materiale ferroso in più punti. In particolare, la procura di Paola ha adesso esteso le indagini a tutto il corso fluviale, programmando di effettuare analisi e rilievi agli argini e nelle zone dove sono stati notati insoliti passaggi di camion e mezzi pesanti.

Adesso, prima dell'avvio dei carotaggi, verrà controllato un sito in prossimità della statale che collega la ss 18 ad Aiello Calabro dove recenti rilievi hanno posto in luce la presenza di altro materiale ferroso. L'ipotesi più preoccupante è che quel materiale ferroso corrisponda a dei fusti contenenti materiale radioattivo, causa della presenza di mercurio e cesio 137 in quell'area.

Lo studio preventivo ai carotaggi ormai prossimi, offre un quadro completo dello stato dei luoghi, della vegetazione e del sottosuolo. Elementi necessari per garantire anche la sicurezza di coloro che andranno ad eseguire i prelievi. Intanto la ditta di Matera, aggiudicatasi recentemente l'appalto per l'esecuzione dei carotaggi, ha già predisposto e spianato il sito vicino al bivio tra la SS 18 e la Provinciale 53 per il posizionamento dei macchinari impiegati per il carotaggi che avranno inizio tra il 10 e il 20 aprile. Questo e quanto sui presunti veleni interrati nel cosentino, forse legati ma è ancora tutto da provare, a presunti carichi fluttuanti nei mari di Calabria e poi affondati.

Sul fronte veleni nei mari a seguito di presunti affondamenti dolosi, tuttavia, i recenti riscontri ottenuti consultando i registri navali, sembrano confermare l'inattendibilità del pentito Francesco Fonti che aveva parlato dell'affondamento di tre imbarcazioni nel mar Tirreno tra il 1992 e il 1993. Ebbene dai suddetti riscontri pare che nessuna della tre imbarcazioni sia andata incontro a quel destino. Ciò che emerge è anche un curioso balletto di nomi; pare infatti che tutte e tre le imbarcazioni sarebbero state note con altra denominazione. Non Cunsky, Yvonne A e Voriais Sporadis ma Shahinaz, Scutari II, Glory Land.

 

Fonte: reggiotv.it

Anna Foti
08/04/2010
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