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Le ombre inquietanti sulla morte di De Grazia

La Commissione Ecomafie: «La morte del capitano è la conseguenza di una causa tossica». I tentativi di spostare l'ufficiale, i depistaggi e la scomparsa di parte del materiale di indagine sulle “navi a perdere”

ROMA «L'intera vicenda» della morte del capitano Natale De Grazia, «appare sotto una luce inquietante» ad avviso della Commissione Ecomafie. La morte «è la conseguenza di una causa tossica» secondo la conclusione a cui giunge «la consulenza del professor Arcudi» – si legge in una nota della Commissione – in quanto per l'esperto, cui la commissione ha affidato la consulenza, escluse «le altre cause, per l'assenza di elementi di riconoscimento, la morte è la conseguenza di una 'causa tossica'».
In più Arcudi aggiunge: «Quale essa potrà essere stata, e se c'è stata, non lo si potrà accertare». Secondo la commissione Ecomafie l'ipotesi di Arcuri «appare analiticamente motivata, e scientificamente inattaccabile. Ciò che risulta è che il capitano De Grazia ha ingerito gli stessi cibi di chi lo accompagnava nel viaggio, salvo un dolce: queste almeno sono state le dichiarazioni dei testimoni. Se così è, appare difficile ricondurre la tossicità ad una causa naturale, anche se non lo si può escludere in forma assoluta».
Per il presidente della commissione, Gaetano Pecorella, «non è compito di questa commissione pronunciare sentenze, né sciogliere nodi di competenza dell'autorità giudiziaria» però «non si può non segnalare che la morte del capitano De Grazia si inscrive tra i misteri irrisolti del nostro Paese».  I nuovi risultati «impongono di valutare» la situazione «in una chiave nuova e non poco allarmante». In particolare per la commissione è «parso inquietante l'improvviso smembramento del gruppo investigativo che faveva capo a De Grazia, subito prima e subito dopo il suo decesso». Pecorella rileva però che sulle cause tossiche, a cui giungono le conclusioni della relazione sulla base di una consulenza, «non si è in grado di stabilire né la natura né la provenienza». Ma «tutti gli elementi di sospetto hanno acquisito una luce particolare ed inquietante».
Il presidente della commissione racconta che «mettendo insieme più elementi erano venuti alla luce una serie di fatti che inducevano a sospettare della morte del capitano». La prima è che «De Grazia svolgeva indagini di grande importanza sul traffico di rifiuti radioattivi e pericolosi e che c'erano interessi significativi, anche di stati esteri». Il secondo punto è che c'era stato «un tentativo di spostare De Grazia ad altri uffici; tentativo poi bloccato dagli stessi magistrati». Ed ancora che parte del «materiale di indagine su De Grazia, contenuto nei fascicoli processuali, è stato sottratto».
Inoltre, «si sono perse le tracce del certificato di morte di Ilaria Alpi che De Grazia aveva trovato» nel corso di una perquisizione. Infine, tra gli elementi di sospetto, secondo Pecorella c'è il fatto che «poco prima della morte di De Grazia si sciolse il gruppo investigativo che aveva in carico inchieste di grande importanza».

fonte: Corriere della Calabria
05/02/2013
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