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La caduta degli dei. Un terremoto ha scardinato le vecchie certezze di un tempo. Abbiamo bisogno di nuove categorie e di una nuova fede

Rubrica: I nostri soldi. Di Eugenio Medaglia.

Ci sono momenti nella storia degli auomini in cui succedono cose che prima mai ci si aspettava che potessero succedere. Questi periodi in genere sono di rottura o di grande travaglio. Il nuuovo sta per nascere e la novità è sempre inaspettata. Avviene così che oggi si sentono dire cose che qualche tempo fa avrebbero fatto accapponare la pelle se non ridere di gusto. Basta scorrere qualsiasi programma televisivo che tratti di attualità e trovare illustri studiosi che si esercitano in analisi, dove ci vuole veramente la fantasia, su come sarà il futuro. Allora assistiamo a prodigiosi intellettuali che cercano di scoprire cosa succederà se la Grcia uscisse dalla moneta europea. Per andare dove? Non si sa. Come dovrebbe avvenire questa uscita? Non si capisce. Perchè dovrebbe avvenire? Perchè non riesce a pagare i debiti.

Nel mese di luglio del 2011, pochi si sono accorti (da queste colonne invece si) che lo stato americano del Minnesota ha fatto default. Nessuno ha mai pensato che dovesse uscire dal dollaro. Lo so, ci sono delle differenze e non le voglio analizzare. Ma mi sembra inutile dibattere problemi che non si possono risolvere. Forse non sono problemi. Anche da noi ci si chiede, con sempre più grande insistenza, come saremmo se potesssimo tornare alla lira, se potessimo stampare i soldi ( chi non ricorda il film di Totò? ). Ma se uno non è Totò e vuole fare come lui invece di fare ridere farà piangere. È il destino delle barzellette quando non si sanno raccontare.

Nella furia demenziale di queste settimane ho anche sentito qualcuno ( sempre illustre ) chiedersi come sarebbe il mondo senza denaro, senza debiti nè crediti. Semplice, sarebbe come il paradiso. Solo che il paradiso non è di questo mondo. La cosa che più ho notato è che in questi programmi non si vedono i politici che prima popolavano le nostre serate. Non sanno cosa dire nè pensare ed allora non dicono nè pensano.

Io quotidianamente ho a che fare con chi, per sua fortuna, possiede molti soldi. Mi domandano, spesso a ridosso di certe trasmissioni televisive, se c'è il pericolo che l'euro sparisca. Hanno gli incubi. Vorrei farmi le matte risate se non mi toccasse di confrontarmi col lo stress vero. Durante la crisi del 1929, a cui spesso veniamo accostati, per comprare un dollaro ci vollero 4 miliardi di marchi. La gente usciva con la cariola carica di denaro e tornava a casa con una piccola busta per la spesa. Eppure il marco tedesco non è sparito, anzi...

In questi giorni mi rendo conto come faccia la grande speculazione finanziaria ad indovinare delle manovre contro ogni logica. Il suo grande alleato è l'ignoranza, vera nemica del popolo e della democrazia. Colui che sa può raccontare a chi non sa, qualunque cosa, gliela può fare credere ed anche fare piacere. Ho anche sentito dire di due euro, uno forte ed uno debole. Il forte va al nord Europa ed il debole, chiaramente al sud Europa. I Leghisti saranno contenti di questa trovata, ma forse non sanno che farebbero parte del sud Europa.

Bando alle ciance. Perchè la Germania è così riottosa verso l'Italia? Ci pone una domanda molto semplice a cui nessuno ha saputo rispondere: " Voi italiani per dieci anni avete avuto questo famigerato spread a quota cento, una pacchia. Come mai allora, invece che fare diminuire il debito pubblico lo avete fatto aumentare? Come possiamo credere ora, che lo spread è sopra 400 punti, che possiate riuscire in questa impresa? ". Infatti non vogliamo affatto diminuire il nostro debito, vogliamo gli Eurobond ( pagati dalla Germania ), cioè ancora più soldi. Scherzi a parte, questa sarebbe la soluzione migliore, ma mi rendo conto che è difficile da digerire. Eppure prima o poi così succederà.

Come si uscì dalla crisi del 1929? con una intuizione semplice e geniale. L'economista Keynes propose di pompare denaro a più non posso nelle attività produttive, cioè facendo altri debiti. Mi faccio capire con un esempio casalingo. I debiti non sono tutti eguali. Ci sono i buoni ed i cattivi, come in tutte le famiglie. Se io contraggo un prestito per andare a giocare ed a perdere al casinò, allora ho fatto un debito cattivo. Se il mio debito è finalizzato alla attività produttiva allora è un debito buono. Il nostro debito sovrano è stato finalizzato soprattutto a mantenere carrozzoni politici, a finanziare tangenti a fiumi, a sostenere sprechi, a mantenere viva la corruzione ed a falsificare tutto ciò che c'è di falsificabile ( pensioni, invalidita, incidenti, posti di lavoro, opere edilizie ecc. ). Ora qualcuno chiede il conto. Litigheremo su chi lo deve pagare, ma non si può litigare se pagare o no. Il vero problema è che nessuno crede più alle promesse. La fiducia è il vero Dio caduto e non si rialzerà più. Occorre che ne nasca un altro.

Eugenio Medaglia
09/06/2012
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