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Il crocifisso in aula viola la libertà religiosa

DIRITTI - La storica sentenza emessa ieri dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, con sede a Strasburgo, che in accoglimento del ricorso di una cittadina italiana dichiara che "la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni" ha scatenato, come era ampiamente prevedibile, dure reazioni avverse da parte del mondo cattolico (e non necessariamente da tutto il mondo cristiano) e da ampia parte del mondo politico. Dalla "restituzione delle croci" compiuta da Mussolini in periodo fascista, croci che erano state tolte dai luoghi laici più significativi negli anni dell'affermazione di Roma capitale, quindi poco dopo il 1870, il crocifisso, simbolo principe del cattolicesimo e di egemonia culturale e morale della Chiesa romana, trova una base giuridica che le successive novità legislative non hanno scalfito, nonostante la Costituzione del 1948 statuisca l'eguaglianza delle religioni di fronte alla legge e nonostante diverse sentenze della Corte Costituzionale riaffermanti la laicità dello Stato e la supremazia dei principi costituzionali su altre norme e leggi.

In uno Stato laico, nella piena attuazione di una costituzione che non prevede religioni di Stato, la presenza di simboli costituisce un'inammissibile privilegio per la Chiesa cattolica. In particolare la presenza dei crocifissi nelle scuole non ha alcuna valida motivazione. L'educazione dovrebbe essere impartita in modo imparziale, senza alcun condizionamento ambientale in grado di turbare la necessaria serenità da assicurare agli alunni. La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, ratificata dal parlamento italiano con la legge 176/1991, esige che sia rispettato il loro diritto alla «libertà di pensiero, di coscienza e di religione»: la presenza del crocifisso promana inequivocabilmente un messaggio diametralmente opposto.

In molti vedono nella sentenza di ieri, e nella richiesta di uguaglianza della dignità religiosa (o a-religiosa) un presunto attacco alle supposte prerogative della maggioranza degli italiani che sarebbero cattolici e quindi in pieno diritto di mettere i loro simboli nei luoghi pubblici del loro paese. La democrazia liberale si fonda sul rispetto e sulla garanzia delle minoranze, in modo particolare nel campo delle libertà civili, libertà di pensiero in primis. Lo Stato che fa ufficialmente propria una religione, non importa quanto diffusa, non è una democrazia liberale ma, a seconda del grado di discriminazione dei non appartenenti al culto ufficiale, un ibrido che inclina verso lo Stato confessionale o teocratico.

Il principio di laicità dello Stato, conquista della modernità occidentale, garantisce che lo spazio pubblico sia ideologicamente e religiosamente neutro, in modo che tutti i cittadini si possano sentire rappresentati e non esclusi, a prescindere dalle loro credenze. Nessun gruppo, per quanto numeroso, può quindi appropriarsi dello spazio pubblico a danno degli altri, per quanto pochi, e contrassegnarlo con i simboli religiosi o ideologici di una sola parte. Negli uffici pubblici trovano collocazione legittima solo simboli come la bandiera nazionale o l'immagine del Presidente della Repubblica in cui si può effettivamente esprimere l'idea di unità nazionale. Nemmeno si tratta di togliere la cristianità o la religione dalla scuola, la quale può essere comunque trattata in una materia di studio. Infatti c'è una differenza radicale, e anche abbastanza ovvia, tra ciò che entra nei programmi scolastici come materia di studio, e quindi anche di vaglio critico, e ciò che viene affisso alla parete come simbolo, sottratto, nella sua fissità di icona, al mutare dei contenuti e all'esercizio della critica.

Queste considerazioni sembrano ovvie per un laico e sono generalmente accettate in Europa. E sembrano essere state ovvie anche alla Corte (accusata dal Governo di essere ideologizzata, ma questa non è una novità), che ieri ha emesso il verdetto all'unanimità, 7 giudici su 7, lasciando che la perplessità e lo scandalo sia tutto italiano.

Il commento di Stefano Rodotà (micromega)

a cura di S. Sangiovanni
04/11/2009
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Danilo Ame.

Pubblico un commento apparso sulle pagine WEB di Luigi De Magistris che mi sembra un buon punto di vista: Crocefisso nelle aule - Oggi alle 18.59 - Da uomo che crede non riesco a capire la polemica sollevatasi intorno alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo in merito alla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche. Non riesco a capirla per due ragioni, di merito e metodo. Partiamo dal primo. Credo che la laicita' dello Stato vadagarantita e tutelata negli spazi pubblici e condivisi da tutti, in particolare la scuola, fucina di convivenza fra diversita' e prima palestra di formazione dei cittadini di un mondo globale e multietnico. E questo lo sostengo pur riconoscendo nel crocefisso un simbolo culturale oltre che religioso, caro a molti (cattolici o non cattolici) perche' capace di incarnare un valore universale e profondamente umano: il sacrificio piu' estremo, quello della vita, compiuto per la salvezza altrui. Se vogliamo un messaggio di grande attualita' rivoluzionaria, come e' tipico anche del Vangelo, che puo' essere inteso oltre il suo essere testo sacro, per venire apprezzato come “bibbia umana” che parla ancora a tutti. Quanto di universale e di civile e' infatti contenuto in questo libro su cui poggia una religione che ha anche un sapore civile generale? Nonostante, o forse proprio alla luce di questo ragionamento, considero giusta la decisione della Corte di Strasburgo, che appare inoltre aderente ai tempi che viviamo. Mi risulta percio' difficile giustificare il governo italiano che ha annunciato di voler ricorrere contro di essa. Cosi' come la petizione critica firmata ieri a Bruxelles da diversi rappresentati del Parlamento europeo, con l'eccezione dell'Italia dei Valori, e l'appello odierno del presidente della Cei Bagnasco, affinche' intervenga l'Ue per realizzare un cambio di passo. Per quanto riguarda il metodo, invece, la polemica mi sembra forviante e forviata. Invocare l'azione dell'Ue verso una decisione presa da un organo che non ha nulla a che vedere con essa, e' un atteggiamento che lascia pensare ad una volonta' di pressione sull'Unione affinche', una volta per tutte, prenda posizione su una materia che in realta' non e' di competenza comunitaria. Quasi un segnale politico perche' si tenti di insistere sul ruolo di primo piano di una fede, di fatto marginalizzando le altre e costringendole ad una posizione di inferiorita'. Certamente un colpo negativo al principio di laicita' che invece non puo' essere ne' oggetto di rinuncia ne' di baratto. Lo richiedono tempi e spazi di questo secolo in cui la contaminazione e l'inclusione sono le parole d'ordine irrinunciabili. da www.luigidemagistris.it


Io credo che alla fine togliere il crocifisso sia una cosa giusta. LO hanno fatto tutte le principali democrazie. Sono credente ma non credo nella chiesa. quindi il crocifisso come simbolo della chiesa lo ritengo un simbolo tutt'altro che pulito. Le crociate sono state proprio all'ombra di quel simbolo. le eresie... galileo e giornano bruno. Forse è meglio che i ragazzi non se lo sentano incombere sempre sopra la testa.


Vorrei dire a Bersani che il crocifisso è un simbolo che mi offende. Se sulla parete si mettessero delle citazioni di Gesù, direi anche ai miei figli di leggerle e rifletterci. Ma il crocefisso e la croce sono simboli di una plurimillenaria tradizione di proselitismo e persecuzione, e chi esercita pressione sugli altri lo fa da un punto di vista arrogante, anche se con le migliori intenzioni. La stessa identità cristiana ha fornito la scusa e mancanza di auto-critica per guerre, razzismo e sterminio oltre al mancato rispetto per tutte le altre religioni, per l'ateismo e per le scienze. Vogliamo dire ai nostri figli di ascoltare e immedesimarsi nelle parole dei maestri quando dietro la cattedra, quasi come cornice alle loro parole, appare un simbolo che li identifica con una sola linea di pensiero? Etichettare come "cultura" o "tradizione" le credenze di una parte della società implica che la cultura di libertà di pensiero non vale niente.


Posso essere d'accordo con quel che dici (anche se con molte riserve), ma ripeto, io mi riferisco alla chiesa ufficiale, quella che ha sede non in africa ma in Vaticano. Mi riferisco ai papi, a quelli precedenti e a quello attuale a cui gli aggettivi che ho utilizzato (che confermi essere veri, ma che non condividi(!)) si riferiscono. Dirsi cattolici vuol dire accettare la loro guida, altrimenti magari si è cristiani ma non propriamente cattolici. La battaglia contro la Corte Europea e contro i diritti delle persone la stanno portando avanti loro, ed è una battaglia esclusivamente di conservazione di potere e di privilegi che, sottolineo, a mio parere non ha nulla a che vedere con la spiritualità o con la religione che non sono oggetto della discussione.


@ "laico 06/11/2009 11.58" - Mi sta cominciando a piacere questo scambio di idee, che trovo comunque costruttivo, nonostante le nostre convinzioni divergano profondamente quando si parla della chiesa cattolica romana. Ambedue siamo convinti, mi sembra, che la corte di Strasburgo sia ovviamente utile e che lo stato debba rimanere comunque laico. Per questi valori abbiamo tutti combattuto (ognuno a modo suo!) e guai se non fossero presenti nella nostra civiltà! Sono anche io colpito dalle associazioni di medici che operano nei paesi poveri e nei paesi di guerra. Tra l'altro sono medico anche io, e ho rapporti costanti con alcune associazioni, come quella di Gino Strada, che si occupa di curare le persone laddove c'è più difficoltà (e prima o poi farò anch'io una esperienza con Emergency!). Mi sembra però che il vero punto della nostra "contesa" pacifica e priva di ogni polemica, ma mi auguro ricca di interesse anche per altri avventori del sito, sia per l'appunto la chiesa. Quando tu parli della chiesa usi aggettivi come tiranna, intollerante, fanatica, violenta, ecc. E' questo che non capisco e non condivido del tuo pensiero. Non che queste cose non siano in parte vere, lo so bene sia io, sia gli altri fedeli, così come i papi, come papa Giovanni Paolo II ed altri, che hanno condannato duramente le violenze passate e presenti operate in nome della croce. Però vedo che non parli mai della chiesa di S.Francesco d'Assisi, di Madre Teresa di Calcutta, e dei missionari, che ammiro molto perchè mettono a repentaglio la propria vita, e mai come in questo periodo vengono uccisi in ogni parte del mondo (Pakistan, Africa, Medio ed Estremo Oriente, tanto che circa 250 missionari cattolici sono morti l'anno scorso per mani assassine). Non parli nemmeno delle organizzazioni cattoliche che operano ai margini della società, che raccolgono e curano le prostitute bambine, e i loro figli; delle associazioni che danno da mangiare e curano i rifugiati, gli homeless, i bambini abbandonati. Pensiamo solo un attimo che in uno stato moderno, LAICO (come il nostro), ci sono almeno 100 morti all'anno di inedia, di stenti e di freddo, e che solo alcune organizzazioni cattoliche (le quali recentemente hanno ricevuto i ringraziamenti pubblici di alcuni sindaci di città italiane grandi e popolose) formate da volontari, comuni fedeli, cattolici, non di facciata ma di fatto, che cercano di arginare mettendo a disposizione il loro tempo libero e spesso anche i loro soldi. Ti potrei parlare anche dei volontari cattolici che operano nel mio ospedale, e che si rivolgono ai malati terminali di cancro, alle ragazze madri, agli anziani che non hanno nessuno. QUESTA E' LA VERA CHIESA, CRISTIANA E CATTOLICA, QUELLA CHE E' RAPPRESENTATA DALLA MAGGIORANZA DEI FEDELI, CHE SI RICONOSCONO NEL CROCIFISSO E, IN NOME DI QUESTO, AGISCONO E SI IMPEGNANO OGNI GIORNO NELLA SOCIETA'. Mi dispiace solo che tu, forse interessato di più alla MACROSTORIA, AI FLUSSI FILOSOFICI,ecc. non riesci a vedere e non riesci ad apprezzare!


@ "670105 05/11/2009 23.38" - Leggendo il tuo commento mi pare di capire che siamo d'accordo su alcuni punti: che la scuola (e la cosa si può facilmente estendere anche gli altri luoghi pubblici) è di tutti e non solo della presunta maggioranza cattolica; che la corte di Strasburgo è comunque pienamente legittimata ad emettere sentenze come questa. Un punto che invece ci divide è che pare che tu attribuisca alla religione cattolica, ai suo principi e ai suoi simboli un valore positivo e che quindi possa essere a buon senso assunta come universale, cioè valida per tutti. Questo ammetterebbe che un simbolo come il crocefisso, seppur simbolo di una particolare confessione, possa ben essere presente nelle scuole perchè portatore di valori in cui tutti possono riconoscersi, anche i non cattolici. Ma prima devo rispondere ad un'altra questione che tu poni: le radici. Il cristianesimo/cattolicesimo è rimasto particolarmente scolpito nella nostra tradizione anche grazie alla forza di un impero tirannico, sanguinario e assolutistico, quello della Chiesa, che la nostra nazione più di altre ha subito. Nonostante ciò un popolo vive e si sviluppa sotto variegate influenze tanto che le "radici" italiane non sono solo quelle cristiane ma anche, solo per citarne alcune, greco-romane, illuministico-liberali e arabe-orientali (se pensiamo alla matematica ad esempio). Il paragone che fai su croci nelle chiese e croci nelle scuole, ovviamente, è debole: le prime sono un luogo spirituale in cui mi aspetto di trovare croci e santi; le seconde sono il luogo di formazione principe di uno stato laico, il luogo dove non si insegna la spiritualità, piuttosto la cittadinanza, la diversità delle culture e l'integrazione, in un costesto critico (lo ripeto) e non dogmatico. E ora torniamo ai valori di pace e amore che il crocifisso e la chiesa cattolica dovrebbero rappresentare. Se attribuiamo ai simboli i significati di cui si sono effettivamente caricati nel corso dei tempi per il modo in cui sono stati usati e per ciò che hanno effettivamente rappresentato, allora il crocifisso appare carico di ben altro che pace e amore. Quel simbolo gronda sangue, intolleranza, fanatismo, violenza, odio, sopraffazione, sterminio e oscurantismo. Sotto quel simbolo sono state commesse stragi di eretici, crociate e stermini di altre civiltà, caccia alle streghe e torture, persecuzione della libertà di pensiero e del progresso della conoscenza. Nel Novecento è stato impugnato da tutti i regimi fascisti d’Europa e sud America, con cui la chiesa cattolica si è regolarmente compromessa per ottenerne in cambio potere e privilegi. Ancora oggi la chiesa cattolica conduce battaglie tutt'altro che universalmente condivisibili sull'aborto, sul divorzio, sulla contraccezione, sulla ricerca sulle staminali, sulla libertà di cura, sull testamento biologico ecc, sulla stessa libertà filosofica e di credo di ciascuno (il papa definisce l'ateismo come il principale male dei nostri tempi!). Proprio perchè spinto da spirito di solidaretà, amore, rispetto per gli altri, non mi riconosco nel crocifisso, simbolo nemmeno della religione cristiana, ma del cattolicesimo e del vaticano. Quella è la chiesa ufficiale, le altre che tu definisci "vere" ci sono anche e le rispetto, anche se non è tutto oro quel che luccica: le missioni in africa, ad esempio, mirano alla conversione dei popoli che pur hanno la loro religione, ma i missionari se ne fregano e li battezzano e piantano anche lì le "radici" del cristianesimo coloniale. Ci sono tante associazioni laiche, come Medici senza Frontiere (premio nobel per la pace) che offrono il loro aiuto senza sconvolgere le altre popolazioni. Qest'anno non potremo nemmeno aiutarli col 5x1000 perchè soppiantato da questo governo, che invece ha lasciato ben intatto il meccanismo truffa dell'8x1000 di cui beneficia ancora la chiesa di Roma.


@ "laico 05/11/2009 17.36" - Quello che dici è in parte giusto e condivisibile! La scuola deve essere di tutti, anzi è molto importante che tutti possano frequentarla (indipendentemente dal credo e dalla posizione economica e sociale) e trovarsi a proprio agio. Anzi, dovrebbe essere il luogo dove i migliori talenti vengono scoperti e valorizzati. Per questo motivo anche io, come te, sono convinto della utilità della Corte Europea per i Diritti DI OGNI UOMO. Ma questo specifico è un argomento dove la suddetta corte può dare solo un principio di massima cui ispirarsi, ma non può essere "universale", poichè ogni nazione ha la sua cultura e la sua identità che si forma attraverso secoli e secoli di storia. Può essere anche non giusto, ma noi siamo così anche perchè in Italia c'è la Chiesa Cristiana Cattolica. Forse non siamno il meglio, ma perchè ci chiedono di rinnegare le nostre radici? E' come se ci chiedessero di togliere le croci dalle nostre chiese. Anche le nostre piazze sono pubbliche e devono essere a volte attraversate per recarsi in vari luoghi, ed inoltre le nostre chiese possono essere visitate da tutti. Ti sembra che la croce ostentata sul più alto pinnacolo di una chiesa sia mancanza di rispetto verso le altre religioni? A me francamnete no. Così come non toglierei la croce o la Madonnina dal Duomo di Milano, allo stesso modo non credo sia giusto togliere il crocifisso dalle aule scolastiche. Ti faccio un esempio. Io ho due figli, e frequentano una scuola cattolica. Ovviamente l'ho scelto io per loro. Be' tu non ci crederai, ma in quella scuola ci sono molti bimbi figli di genitori atei ed anche qualche bimbo di famiglie musulmane. Io ho provato a chiedere perchè i genitori di questi bimbi avessero fatto una scelta del genere. Mi hanno risposto che i principi "cattolici" (in questo senso il termine è utilizzato per indicare principi che dovrebbero essere realmente universali) di fratellanza, solidarietà (carità ed aiuto reciproco), pace, sono principi condivisibili a 360 gradi. Loro pretendono (e per questo sono disposti anche a pagare) da una scuola cattolica (anche se cattolici non sono) l'insegnamento di principi universali secondo i quali educare i loro figli! Questa è una cosa veramente fantastica!!! Io credo di essere stato molto fortunato adavere quegli insegnamenti in maniera "spontanea", e, tu forse non ci crederai, me ne ricordo proprio guardando il crocifisso. Se poi vuoi parlare della Chiesa Cattolica VERA possiamo parlare delle missioni dell'Africa equatoriale dove tanti cattolici salesiani e comboniani lavorano per persone che non hanno mai conosciuto, costruendo pozzi, scuole, ospedali e rischiando la propria vita ogni giorno. Persone comuni, non note ai media, che nessuno di noi conosce, a mio parere EROI VERI, che rappresentano la Chiesa Cattolica più genuina, ed i continuatori dell'insegnamento di Gesù in terra. Pensiamo anche alle Suore di Madre Teresa, che prestano la loro opera nelle periferie più putride delle città più derelitte, pronte a combattere contro la lebbra, contro la miseria, contro la povertà. Se solo una lira, ripeto: UNA LIRA di quelle che sborsa il nostro governo finiscono a loro, credo che c'è di che essere orgogliosi a pagare le tasse in Italia.


@ "670105 05/11/2009 15.59" - Carissimo, grazie per aver aderito alla discussione che con il mio commento precedente ho inteso stimolare. Anch'io ho frequentato gli oratori cattolici, è una scelta quasi obbligata nei piccoli centri come i nostri se si vuole fuggire dall'emarginazione sociale. Alcuni dei miei amici però erano di altre confessione (testimoni di geova) e loro non venivano in parrocchia a giocare con noi. Non perchè li trattassimo male, ma semplicemente perchè non si sarebbero sentiti a loro agio, si sarebbero sentiti magari ospitati e la stessa dignità del loro credo ne avrebbe risentito (probabilmente sarebbero diventati cattolici, ricorda che un bambino non ha la personalità di un adulto per difendere e conservare le proprie idee). E' vero, il cattolicesimo in Italia ha svolto un ruolo estremamente importante nella nostra società, nel bene (promozione della solidarietà ad esempio) e nel male (attivismo politico con annessa indicazione di voto, altro esempio). Non so se il cattolicesimo ci abbia insegnato a distinguere ciò che è bene da ciò che e male, come tu affermi, certamente ha formato molti, ma non tutti. E ha potuto fare questo anche grazie ai privilegi (che sono esclusivi della chiesa cattolica) che tu disconosci. Te ne cito soltanto alcuni: sostentamento del clero con soldi pubblici, enorme spazio propagatistico in televisione, insegnamento della religione/catechismo a scuola, fortissimi finanziamenti pubblici (miliardi di euro l'anno soltanto dallo stato centrale), sgravi fiscali (non pagano l'iva neanche negli esercizi commerciali di loro proprietà), enorme potere politico ecc... Nonostante ciò non tutti sono cristiani, e non tutti sono cattolici. Per questo la scuola, che deve essere di TUTTI, non può avere simboli di confessioni particolari perchè finisce per discriminare (come in un oratorio) tutti coloro che non si riconoscono in quella confessione. Un crocifisso che indossi identifica la tua religione, ma un crocifisso appeso ad un muro della scuola rappresenta un attributo dell'Istituzione che così smette di essere di tutti. La corte di strasburgo ha riconosciuto un DIRITTO a una donna, quello di poter porre allo stesso livello di dignità la sua religione con quella cattolica. I diritti risconosciuti dovrebbero farci rallegrare perchè ampliano la nostra libertà e la nostra dignità. Certo distruggono i privilegi, per questo assistiamo a questa ennesima guerra di religione portata avanti da politici, prelati e cattolici egoisti.


Io non la penso affatto come laico. Capisco che dal punto di vista giuridico non poteva essere diversa la sentenza pronunciata, così come sono convinto che le motivazioni di tipo giuridico della sentenza siano ineccepibili. Voglio però ricordare ai più giovani e sottolineare con forza che la maggior parte degli attuali adulti italiani sono cresciuti all'ombra del campanile e negli oratori; e li hanno formato la loro coscienza civile, la loro educazione, il rispetto per gli altri, oltre che il loro spirito di appartenenza al Paese. Non mi ricordo (almeno personalmente) nessuna discriminazione in quegli ambienti per coloro i quali non fossero praticanti, cristiani e cattolici. Ricordo anzi spazi accoglienti che fungevano da punto di riferimento per tutti, e raggruppavano dunque i giovani di tutto il paese. In altri termini, dico che l'oratorio, il campanile delle nostre chiese, e quindi il crocifisso, che simboleggia la "nostra" religione (la mia di certo!), ci ha formato, in qualche modo, nel pensiero, negli ideali, e nella capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Non so se sia successo lo stesso in Finlandia o in Francia, in Polonia o in Turchia, ma in Italia è sicuramente stato così. Adesso io mi chiedo, perchè il simbolo della religione che ha concorso a formare il mio pensiero, i miei sentimenti, i miei ideali non debba più essere presente nelle aule delle nostre scuole? Perchè dobbiamo dire che non è rispettoso degli altri? perchè si pensa che la religione cattolica abbia dei privilegi rispetto agli altri culti (come se si trattasse ad una gara atta a far proseliti)? Per me quel crocifisso vuol dire che il modo di pensare cristiano e cattolico è importante in questo paese, perchè fa parte della sua cultura e della sua identità, e ne è ancora (forse oggi più di ieri!) importante elemento unificatore. A mio parere questo non mette in discussione nè la libertà religiosa nè il rispetto delle minoranze o di coloro i quali vogliano professare una religione diversa, che deve comunque essere sempre tutelata e salvaguardata.


Quello che sta succedendo in Italia relativamente a questa sentenza della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo è semplicemente ridicolo. Governo e partiti (PD e PDL in coro unanime, vergognosi) che si scandalizzano per una sentenza scontata e che non poteva essere altrimenti. La reazione che si vede in giro tra le persone, che ignorano completamente la sfera legale nella quale si giustifica la sentenza, dimostra la bassezza religiosa di una popolazione che riempie le chiese ma che di spirituale ha ben poco, imbottita solo di clericalismo becero e ansie egoistiche. Menomale che c'è l'Europa che ogni tanto ci regala qualche boccata di civiltà.

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