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Seti: Siamo soli nell'Universo?

Vi è mai capitato di trovarvi in alta montagna sotto un cielo tempestato di stelle? In una notte limpida, da terra e ad occhio nudo, se ne possono vedere fino a tremila: grandi, piccole, rossastre, bluastre, ecc.. Di fronte a questo spettacolo viene spontaneo porsi una domanda: siamo davvero soli in un Universo così immenso? E' possibile che la vita sia sbarcata anche da qualche altra parte nel Cosmo? Bè, le probabilità che esistano altri pianeti abitati ci sono, e sono più di quanto possiamo immaginare!

Sebbene le stelle che possiamo vedere dalla Terra siano tante, esse rappresentano soltanto una piccolissima percentuale di quelle esistenti, e solo nella nostra galassia. Infatti tutte le stelle visibili a occhio nudo dalla Terra, appartengono per così dire ad un unico alveare: la nostra galassia, la Via Lattea. Essa contiene 200, forse 300 miliardi di stelle come il nostro Sole, più piccole e più grandi, e intorno a queste stelle è possibile che si siano creati sistemi planetari simili al nostro, con pianeti chissà, con le condizioni ideali per ospitare la vita.

Il problema per gli astronomi è dato dal fatto che i pianeti, a differenza delle stelle, sono invisibili perché non emanano luce propria, ma ne riflettono soltanto una piccolissima quantità. I pianeti extrasolari, infatti, non vengono scoperti con tecniche fotografiche dirette ma la loro presenza viene desunta, grazie all'effetto doppler, dal fatto che certe stelle mostrano velocità oscillanti in modo periodico: in certi momenti si muovono verso di noi e in altri si allontanano, rispondendo alle sollecitazioni gravitazionali di un compagno oscuro che tira la stella un po' di qua e un po' di là. Grazie a questi complicati metodi si sono scoperti molti pianeti extrasolari che fanno intendere che la formazione di pianti intorno alle stelle sia molto comune. Solo nella nostra galassia potrebbero perciò esistere centinaia di miliardi di pianeti.

Ma l'universo è molto più grande della nostra galassia. Ricordo l'esempio che fece un astronomo in TV: se noi tendiamo il braccio in alto e puntiamo il pollice verso una parte qualsiasi del cielo, nello spazio di un unghia, in profondità, esistono 250 mila galassie! e badate bene, non stelle, galassie. Sono cifre da capogiro che dimostrano che le probabilità che un pianeta come la Terra possa essersi originato anche altrove sono molto alte.

E' evidente che scoprire che esista un pianeta abitato solo da mosche non sconvolgerebbe di certo la nostra esistenza. Quello che ci interessa è sapere se esistono altre civiltà intelligenti o addirittura tecnologiche. A questo proposito è stato ideato dalla NASA il programma chiamato SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence), Ricerca di Intelligenze Extra Terrestri. Da decenni ormai con i nostri programmi televisivi e radiofonici inviamo messaggi nello spazio che segnalano la nostra esistenza. E' possibile che qualche altra civiltà tecnologica, capace di inviare messaggi radio possa aver fatto la stessa cosa. Per questo il radio-telescopio di Arecibo (che si trova a Porto Rico) da anni sta scandagliando il Cosmo alla ricerca di onde radio di origine artificiale che segnalino la presenza di una civiltà extraterrestre.

Non stiamo però solo ascoltando, ma dallo stesso radiotelescopio qualche anno fa abbiamo inviato un potentissimo messaggio diretto ad un ammasso globulare chiamato M13 che segnala la nostra presenza. Le probabilità che questo messaggio venga intercettato però sono quasi nulle. Basterebbe che una civiltà si trovasse tecnologicamente solo cento anni più indietro di noi, e quindi incapace di intercettare i segnali elettromagnerici, che il messaggio li sorvolerebbe.

D'altronde lo scopo indiretto del programma SETI è quello di sensibilizzare le persone e prepararli all'eventualità che un giorno qualche scienziato corra dalla sua poltrona sventolando un mazzo di fogli in mano e ci dia la notizia che non siamo soli nell'Universo.

Se volete potete collaborare anche voi al programma SETI. Come? Mettendo a disposizione il vostro PC. Infatti solo con la collaborazione di centinaia di migliaia di computer si può analizzare la grande mole di dati raccolti dal radiotelescopio di Arecibo in ristrette frequenze d'onda. L'Università di Berkeley ha infatti escogitato un geniale programmino, scaricabile da Internet all'indirizzo www.setiathome.berkeley.edu. Basta dare il proprio nome e scaricare il primo pacchetto di dati. Il programma funziona come un normale screen saver nel vostro computer e analizza i dati ricevuti. Una volta terminati i dati da analizzare ti avvisa per restituirli sempre tramite Internet al centro di controllo a Berkeley. Se hai trovato qualcosa di interessante sarai informato direttamente dal centro di ricerca. Divertiti anche tu e nello stesso tempo fai scienza vera. Chissà che tocchi a te scoprire l'omino verde.

Stefano Sangiovanni(25/07/1999)
27/04/2006
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