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San Geniale: storia, reliquie e restauri

La storia del culto di S. Geniale
San Geniale, in una vecchia immaginetta del 1941

Geniale, quando fu martirizzato, tra il I e il III secolo d.C., ha circa 14 anni. Sepolto nelle Catacombe di San Lorenzo in Roma, vi resterà sino al 4 di maggio del 1653, quando le Reliquie (Ossa e Sangue in una ampolla, conservati ora nel basamento della ottocentesca Statua in legno) vengono estratte per ordine di Papa Alessandro VII e consegnate da Marco Antonio Addo, Cardinale Vicario di Roma, assieme ad altre reliquie di santi, al Cardinale Alderano Cybo, pronipote di quell'Alberico Cybo che fu il primo Marchese di Aiello. In seguito, è il 10 giugno del 1656, le Reliquie di Geniale verranno consegnate dal Cybo a frate Francesco da Pietramala, vice responsabile provinciale per la Calabria dei Minori Osservanti, per essere conservate nel convento aiellese di S. Maria delle Grazie.

La consegna effettiva della cassa contenente il corpo di San Geniale alla Universitas aiellese avverrà però più tardi. E’ il 26 di luglio del 1667 quando ad Amantea approda la nave che la trasporta. Dopo un vano tentativo degli amanteoti di impossessarsene (la cassa, secondo la leggenda popolare, diventa pesantissima), Tarquinia Ferrise, una donna venuta al seguito degli aiellesi incontro al loro protettore, riesce a sollevarla e portarsela in quel di Aiello, liberandosi, nello stesso tempo, dal demonio da cui era posseduta. Una volta arrivata ad Aiello, la Cassa rimarrà nel monastero di S. Chiara sino al 1668. E’ il 6 di maggio di quell’anno che ha inizio il culto. La Cerimonia è solenne. Il Vicario Generale D. Orazio D’Amato di Amantea controlla i sigilli ed espone le Reliquie al popolo. Poi, come era stato disposto dalla famiglia Cybo, in processione vengono trasportate nella cappella gentilizia della famiglia ducale. Qui l’urna viene chiusa “con tre chiavi diverse, una delle quali fu consegnata al Guardiano del Convento, l’altra al Vicario Foraneo, e la terza al Sindaco”. E qui, tra continui pellegrinaggi anche dai paesi vicini, rimarranno sino al 1808 quando, gli aiellesi, chiedono ed ottengono dal vescovo Gerardo Gregorio Mele che la Statua con le Reliquie sia conservata nella Chiesa matrice dove si trova attualmente.

La Ricognizione delle Reliquie

Nel mese di novembre del 2003, si sono concluse – con il patrocinio ed il contributo dell’Amministrazione Comunale – le operazioni della Ricognizione Canonica sul 'corpo santo' di Geniale martire, voluta da monsignor Giuseppe Agostino, allora Metropolita di Cosenza-Bisignano.

La Commissione, di cui faceva parte, tra gli altri, anche il Rev. Don Ortensio Amendola, parroco di Santa Maria Maggiore (dove sono custodite le Reliquie), ha provveduto in 6 sessioni a catalogare ed esaminare i resti di Geniale. Dall’analisi medica è risultato che le ossa appartenenti ad un giovinetto (14/16 anni) di 160/170 cm, rinvenute nel simulacro, erano dignitosamente conservate e munite di autentica. Oltre alle ossa sono stati rinvenuti altri reperti (tra questi il frammento di muro in malta e resti dell’ampolla in vetro contenente il sangue del martire, provenienti dalla catacomba di S. Lorenzo in Roma). Le ossa repertate sono state poste in un’urna sigillata. Così gli altri reperti, messi in una urna, esterna al simulacro, anch’essa munita di sigillo arcivescovile.

Il Restauro della Statua lignea

Con il finanziamento della famiglia Solferino, da sempre devota al patrono, si è provveduto nel mese di aprile 2004 al restauro (descialbatura e disinfestazione) del busto reliquiario del Martire.

Il busto consiste in un pregevole opera di bottega partenopea della prima metà del 1700, nella cui predella sono ospitate le reliquie del Santo Martire. Raffigura un giovinetto dalle armoniose ed aggraziate fattezze, in abiti romani in atteggiamento orante e incoronato da un angelo. Le operazioni di restauro – affidate alla ditta “Daniela del Francia” di Roma – si sono rese possibili grazie ai nulla osta della Curia e della Soprintendenza ai beni artistici di Cosenza ed al supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune, allora retto da Bruno Pino.

Bruno Pino
04/02/2006
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