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Trent’anni al farmacista Caruso

La Corte d’assise di Cosenza l’ha ritenuto corresponsabile dell’assassinio a colpi di fucile della moglie trentaduenne

Inflitti trent’anni al farmacista Caruso

Accolte le richieste del pm Eugenio Facciolla. Soddisfatti i familiari della vittima costituitisi parte civile
di Arcangelo Badolati
COSENZA

Trent’anni di reclusione: è la pena inflitta dalla Corte di assise di Cosenza (presidente Maria Antonietta Onorati) al farmacista Sergio Caruso, imputato di concorso nell’omicidio della moglie, Maria Rubino. I giudici hanno accolto le richieste del pm Eugenio Facciolla che, nonostante fossero state avanzate in passato dalla magistratura inquirente paolana tre istanza di archiviazione nei confronti dell’imputato, ha istruito una indagine e costruito una tela d’accusa che hanno retto prima al vaglio del Gup e, poi, a quello dell’Assise.
Caruso difeso dall’avv. Michele Rizzo, si è sempre protestato innocente e sembrava originariamente destinato a uscire dall’inchiesta dopo la condanna definitiva della madre, Assunta Baeli, 78 anni. Madre e figlio, invece, dopo la sentenza emessa ieri pomeriggio, possono essere ritenuti corresponsabili dell’uccisione a colpi di fucile della 32enne Maria Rubino, pugliese d’origine e calabrese d’adozione dopo aver contratto matrimonio con Caruso. La donna venne assassinata nell’elegante palazzina di corso De Sera ad Aiello Calabro in cui avitava con il coniuge dal quale, però, al momento del fatto di sangue stava per separarsi.
Assunta Baeli, in Assise, nei mesi scorsi aveva imbracciato il fucile dell’omicidio, facendo vedere di saperlo usare. La sua deposizione, tuttavia, non aveva convinto il pm Facciolla e l’avvocato di parte civile, Nicola Rendace. Inizialmente sulla scena del crimine i Carabinieri individuarono due possibili indiziati, ovvero la madre e il figlio (entrambi difesi dall’avvocato Michele Rizzo). Poco dopo, però, l’anziana donna si assume ogni responsabilità in merito all’omicidio, scagionando così il figlio. In un primo momento la versione dei fatti fornita dall’anziana donna sembro vacillare, gli investigatori avevano il sospetto che autoincolpandosi stesse coprendo il figlio. Il puzzle pertanto apparve piuttosto complesso e fu disposta una serie di perizie e accertamenti tecnici. Dall’autopsia e dalle analisi balistiche, infine, vennero fuori risultati che resero in parte credibile quanto raccontato dalla signora Baeli.
Venne istruito il processo per l’omicidio a carico della madre, mentre per Caruso si aprì lo stralcio con l’accusa di maltrattamenti ai danni della moglie (questi ultimi desunti da alcuni stralci della vittima). Alla fine del processo di primo grado, Assunta Baeli venne condannata a 21 anni di reclusione per l’omicidio della nuora e l’avvocato Rizzo presentò nei tempi stabiliti dalla legge il ricorso in Appello, ottenendo la riduzione di un terso della pena con conseguente condanna a 14 anni. La Procura di Paola chiese, invece, l’archiviazione per il farmacista, accusato di concorso in omicidio. Alla richiesta si oppose il legale di parte civile Nicola Rendace e il caso passò successivamente nelle mani del pm Facciolla che ha invocato e ottenuto la condanna di Caruso.

fonte: Gazzetta del sud
a cura di: D. Amendola
09/12/2007
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si ricordi che fino a quando non si estabilisce l'uguaglianza tra uomo e donna ,tra bianchi o neri etc....queste cose si ripeteranno e purtroppo si vedono solo quando e' troppo tardi come in questo caso per la povera vittima di abuso familiare. L'uguaglianza accompagnato con il rispetto dovuto potra' sradicare questo morbo che uccide in tutto il mondo e che non e' neanche riconosciuto dalla legge in tanti paesi.


cuore di latta

mue li dunenu i 30anni..finu a mue se scialatu kumu vulie..io mah!


intitolare una via a MARIA RUBINI è un'otima idea per diverse ragioni: la prima è quella di ricordare una ragazza che era venuta ad aiello in cerca di un lavoro per vivere e non per morire; la seconda, è per NON DIMENTICARE quante donne, purtroppo, ancora oggi subiscono abusi fra le mura domestiche; la terza potrebbe servire a ricordare A TUTTI GLI ANIMALI che una donna in casa non è un'oggetto da sfruttare ma una persona da RISPETTARE e che prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine ( vedi i 30 anni a sergio ). da un uomo che ama le DONNE.


non ho ancora avuto nessuna risposta in merito alla mia proposta


aloora se siete d'accordo con la mia proposta allora che qualcuno si svegli e' lo proponga in comune oppure raccogliamo le firme....se siete d'accordo telefonatemi 327 6192344


buona proposta


un'ottima proposta 1976


aio sono molto lontano, non ho conosciuto Maria Rubini ma mi risulta che era una brava ragazza.Sono daccordo con 1976


who's who?

credo che in molti saranno daccordo con questa proposta. un grande segno di civiltà.


MI SENBRA GIUSTO CHE GLI ABBIANO DATO 30 ANNI MA CHI PUO RESTITUIRE LA MADRE ALLA PICCOLA CHE CRESCE SENZA L'AMORE DELLA SUA MAMMA SENZA I CONSIGLI.COMUNQUE AIELLO DOVEVA FESTEGGIARE A QUESTA NOTIZIA......IO SONO MAMMA E' VORREI FARE UNA PROPOSTA CHE MI AUGURO SIA ACCOLTA BENE DA TUTTI.SICCOME E' STATA REALIZZATA LA VILLETTA DEI GIOCHI PER I BAMBINI SOTTO GLI ORTI,ANCORA NON HA UN NOME PERCHE' NON GLI SI DA IL NOME DI MARIA RUBINI????SAREBBE UN MODO PER RICORDARE UNA RAGAZZA DOLCE EDUCATA,SE QUALCUNO E' D'ACCORDO CON ME ALLORA ME LO FACCIA SAPERE ATTRAVERSO QUESTO SITO.SAREBBE UNA BELLA COSA


Anche questa non è una pena appropriata a quello che è stato fatto, non dimenticate quella ragazza e l'anima innocente che l'hanno privata della cosa piu' bella (la mamma).Dovevano dare il carcere a vita.ciao a tutti


e' giusto cosi, qualcuno doveva pur pagare.


30 anni di reclusione non sono troppi per Sergio che continuera' a vivere e godere la vita- anche se in carcere lui godra' di diritti e di facolta' che Maria Rubino non potra'- Sergio e la madre le hanno tolto il sacrosanto privileggio dato non da un marito abusivo ne' da una una mala suocera ma dall'altissimo - Questa storia mi ha scosso perche' e troppo vicina alla mia storia ed il fatto che finalmente pagheranno alla corte di Cesare non mi da' nessuna soddisfazione- ma spero troveranno tempo tra le mura di concentrarsi non a come uscirene quanto come potrebbero ricompensare il popolo per l'orrore che questa storia ha fatto subire a tutti specialmente ai paesani e familiari- spero spenderanno un po' di questo tempo per darsi un po'di mea culpa e raddrizzare le loro vie a quella giusta cosi godranno un giorno la luce celeste- mi fanno tutti e due pena madre e figlio che invece di chiedere la giusta pena hanno cercato di uscirne puliti- preghero' pure per voi due Sergio e Assunta come l'ho fatto per i miei due ed ho perdonato nel mio cuore pure a voi alla corte di Dio-BUON NATaLE

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