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Sei in /Notiziario/Archivio/Archivio del Basso Tirreno Cosentino/Anno 2009/Il ritorno della Jolly Rosso/Legambiente: "Chiarire inquinamento fiume Oliva"

Legambiente nella conferenza stampa di ieri: "Chiarire inquinamento fiume Oliva"

legambienteAlla vigilia del piano di caratterizzazione che il Ministero dell'Ambiente ha programmato per il torrente Oliva, nel cosentino, Legambiente chiede che "sia fatta chiarezza e che sia data tempestiva e esaustiva informazione alla cittadinanza". La richiesta è partita dalle sponde del corso d'acqua, ad Aiello Calabro dove si presume che siano stati interrati rifiuti radioattivi. "E' necessario - ha sostenuto Franco Sarago del direttivo di Legambiente Calabria nel corso di una conferenza stampa - il coinvolgimento dei tutti gli Enti locali e dei soggetti interessati che operano sul territorio. Una misura che riteniamo essenziale per evitare falsi allarmismi ed ulteriore preoccupazione nella popolazione". L'associazione ambientalista in una tappa dell'Operazione Fiumi, ha ribadito "solidarietà e pieno sostegno" al lavoro del procuratore di Paola, Bruno Giordano, e dell'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco. "Nonostante il Governo, nella persona del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sembra aver messo un punto alle indagini sulle navi dei veleni e sugli interramenti di rifiuti radioattivi in Calabria, infatti - è stato sostenuto - riteniamo che su questa vicenda la verità sia ben lungi dall'essere accertata e che pertanto vada fatta piena luce". "Proprio per accertare la verità e fugare ogni dubbio - è stato evidenziato nel corso dell'incontro con i giornalisti - Legambiente aveva lanciato a metà ottobre l'Operazione trasparenza, chiedendo il coinvolgimento di diversi ricercatori qualificati che rappresentassero organismi indipendenti e associazioni nelle indagini sul relitto di Cetraro, mentre anche in questo caso il ministero ha operato in perfetta solitudine. Abbiamo scelto di dedicare l'iniziativa di oggi al torrente Oliva perché è il simbolo di tanti altri luoghi della Calabria, che subiscono scempi ambientali. Diversi soggetti istituzionali hanno riportato, infatti, dati allarmanti per quanto riguarda la contaminazione di quest'area legata alla presenza di materiali contenenti metalli pesanti e rifiuti radioattivi". "Allarmanti - è stato ribadito - anche i dati sulla diffusione di leucemia e patologie tumorali nella zona interessata. A testimonianza della contaminazione della zona citiamo la risposta del sottosegretario Roberto Menia all'interrogazione parlamentare dell'on. Realacci n. 4-04036, il quale afferma che è stato rilevata 'presenza di cesio 137' e che "è emerso un valore radioattivo da 3 a 6 volte superiore alla norma, oltre la presenza di metalli pesanti tra cui il mercurio". "L'iniziativa di oggi - è detto in un comunicato - vuole puntare i riflettori anche sulla bonifica dei siti di Crotone contaminati dai materiali di scarto provenienti dalle attività industriali della zona e non solo. Ennesimo caso sul quale Legambiente chiede chiarezza. Di fronte a una situazione grave e di fronte all'acclarata contaminazione da metalli pesanti e scarti industriali, infatti, il governo non può affermare che il cosa è chiuso. Tanto più che, anche su Crotone, gravano i sospetti di affondamento di navi dei veleni, come dichiarato dal pentito Fonti". 'Il governo non ci puo' abbandonare - hanno sostenuto Maria Rosaria Paluccio della segreteria Legambiente Calabria, e Antonio Tata presidente del Circolo Legambiente Crotone - come cittadini abbiamo il diritto di sapere, abbiamo il diritto alla verità. Soprattutto abbiamo il diritto di vivere in un posto sicuro o di sapere se invece siamo tutti a rischio".

05/11/2009
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