Anno 2005
Calcio - Terza Categoria
Archivio cronaca locale
La violenza negli stadi
Il decalogo della sicurezza
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La violenza negli stadi


I problemi del calcio dilettantistico e nazionale.



Dopo tanti anni che nella realtà aiellese non si respirava di "calcio giocato", grazie ad un’iniziativa lodevole di appassionati di tale sport, si è ritornati, da quest’anno, a vivere tale esperienza nel campionato di Terza Categoria nel Comitato provinciale di Cosenza, con la costituzione della società calcistica A.S.Aiello. I risultati ottenuti sono molto apprezzabili e positivi e ne è una conferma il fatto che la società aiellese combatte per un posto nei play-off, e questo già al suo primo anno di rifondazione, rendendosi protagonista di combattuti e accesi derby con le squadre locali del Lago e del Campora. Nonostante la buona condotta della squadra aiellese, che, meritatamente si fa strada nel proprio obiettivo, vanno ricordate le polemiche che stanno investendo il mondo del calcio… polemiche legate a seri problemi che lasciano esterrefatti e amareggiati, in quanto, quasi ogni domenica calcistica viene rovinata da incidenti gravi e meno gravi negli stadi, che sottolineano quanto malato sia il gioco del pallone. La situazione è sempre più preoccupante soprattutto per quanto riguarda il calcio dilettantistico, privo di strutture e impianti sportivi adeguati e dei giusti controlli da parte delle forze dell’ordine (non ritenuti obbligatori se non richiesti dalle squadre interessate).
È diventata quasi un’abitudine assistere nei settimanali incontri a violente risse tra i giocatori delle squadre rivali che, per più o meno futili screzi, regalano al pubblico che assiste, scene dall’atmosfera "far- westneriana", e un esempio lampante è stato l’incontro tra la squadra del Campora contrapposto al Piretto, di domenica scorsa, che ha portato alla squalifica di dirigenti e giocatori di entrambe le squadre per aver messo in scena il peggiore degli spettacolo a cui si potesse assistere… scene da arena, difficili da dimenticare e, anche, da accettare in quanto evidenziano i bassi livelli del calcio odierno dilettantistico, anche se gli esempi delle squadre di calcio professionistiche, cioè di categorie superiori, non sono migliori e, anzi, danno vita a scene, tra i tifosi, di ordinaria follia, a volte mossi da motivazioni razziali e politiche, a volte per il semplice gusto della violenza. Tali intemperanze sono state le cause scatenanti di sospensioni di partite a livello internazionale che hanno messo in cattiva luce il calcio italiano per la sicurezza negli stadi. A tal proposito è anche intervenuto il ministro degli Interni, Pisanu, che ha dichiarato, spinto dall’insostenibile situazione, che, se si continua su tale direzione, gli stadi verranno chiusi.
Questi episodi, nel crudo del loro significato, manifestano la grande perdita dei valori importanti della società , e soprattutto, del gioco del pallone, uno sport di squadra che dovrebbe unire e, spesso, divide, che dovrebbe essere fattore di crescita umana e personale, che dovrebbe determinare lo sviluppo dello spirito di squadra e, invece, con tali atti, accentua soltanto la discesa della passione vera per un gioco sempre più corrotto dal codice della violenza e delle discriminazione.

Rosanna Lepore

23/04/2005
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