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Abolire il contante. A cosa e a chi è indispensabile il contante? Il lavoro sommerso emergerebbe quasi di colpo e l'italia sarebbe salva

euroABOLIRE IL CONTANTE - In tempi di crisi come sono i nostri si sentono proposte di tutti i tipi e colori. Non provo neanche ad elencarle. Così come quando gioca la nazionale di calcio ogni cittadino diventa commissario tecnico, allo stesso modo, oggi, ognuno si sente Presidente del Consiglio se non della Banca Mondiale. Tra le tante che se ne sentono, ne serpeggia una che sembra provocatoria ma nasconde una profonda verità. Solo che la verità quando infrange dei tabù fa fatica ad emergere o a farsi riconoscere.

Proviamo ad andare con ordine e come al solito a partire dai numeri. Il nostro prodotto interno lordo ammonta a circa 1.550 miliardi di euro mentre il nostro debito pubblico è circa 1.861 miliardi. Abbiamo 350 miliardi in più di debito rispetto a quanto si produce. Secondo i dati della Banca d'Italia il 20% della nostra produzione vive nel sommerso. Forse non è un caso che questo sommerso sia proprio 350 miliardi. Il mare dove naviga tutta l'economia sommersa è nella massa di denaro circolante, ossia nel contante. Nessuno fa più caso alla sparizione della banconota da 500 €. Nemmeno in banca se ne vedono circolare tante. Molti, mi si creda, non si ricordano neanche più che questa banconota è di colore tra il viola ed il rosa. Nelle banche e nelle vie dello stato di San Marino invece circola in abbondanza. Come vi arriva? Nei modi più disparati e disperati: nella camera d'aria delle ruote delle automobili, nelle scarpe inscatolate, nella fodera dei vestiti ed in altri mille modi. Vi arrivano biglietti spediti per posta con comuni lettere contenenti una sola banconota. È un taglio piccolo e comodo da trasportare e di elevato valore, molta ricchezza si può ridurre in piccolissimo spazio. È il frutto dell'evasione fiscale e dell'economia sommersa.

A cosa serve oggi il contante? In denaro contante si pagano le tangenti, si commercia in droga, si alimenta il traffico di bambini, donne, armi. Col contante si paga il pizzo e le mafie ci pagano i loro affiliati. Ma soprattutto col contante si evade il fisco. Infine il contante si esporta. In un'economia allargata e globalizzata non c'è modo di fermare questa emorragia. L'unica soluzione è vietare l'uso del contante o almeno ridurlo ai minimi termini. L'attuale governo pensa di poter ridurre le transazioni di contante a 500 €. Ma altre proposte vogliono arrivare a 150 €.

La proposta più radicale è la seguente. Aboliamo completamente l'uso del contante ed usiamo esclusivamente la moneta elettronica ( bancomat, carte di credito, bonifici, assegni ecc. ). Coloro che non riuscissero ad evitare il contante dovranno pagare una tassa al momento del prelievo ed a quello del versamento allo sportello bancario. Per la banca sarebbe un gioco da ragazzi individuare a fine anno quanto contante ha prelevato e versato ognuno. La tassa pagata sarà interamente dedotta dalla dichiarazione dei redditi. Alla fine non costerebbe nulla, ma ci sarebbe la tracciabilità di tutti i movimenti di contante che attualmente si perdono nell'evasione fiscale. Il lavoro sommerso emergerebbe quasi di colpo e l'evasione fiscale farebbe tanta di quella fatica da diventare economicamente sconveniente.

Vorrei invitare tutti i lettori a pensare con la propria testa per evitare di pensare con quella di un altro. Ed invito tutti a formulare delle idee, a pensare, ad essere creativi, originali. A cosa serve un cervello se viene portato all'ammasso? Le idee apparentemente più fantasiose si rivelano spesso le più sensate. Quando un'azienda è in crisi, spesso chiama a raccolta tutto il personale e chiede ad ognuno di formulare un'idea di soluzione senza temere la follia o la stranezza. Si chiama brainstorming. Nella follia si nasconde il germe della saggezza.

22 novembre 2011.

Eugenio Medaglia [eugeniomedaglia@yahoo.it]

22/11/2011
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