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Santa Lucia, tra globalizzazione, storia, leggende

Santa Lucia, tra globalizzazione, storia, leggende e tradizioni

La statua di S.Lucia - Aiello CalabroSABATO 17 e domenica 18 dicembre, come oramai da diversi secoli, è ritornata la fiera dedicata a Santa Lucia. Quella degli ultimi anni però, come altri eventi fieristici di tradizione, sta man mano scomparendo. Poche bancarelle e pochissima gente. Mentre una volta, le fiere erano le uniche occasioni per approvvigionarsi per l’imminente inverno; oggi, invece, complici la globalizzazione, il consumismo, il fatto che basta andare in un iper o super mercato per trovare quello che ci serve, le vecchie fiere che tanto si aspettavano non tirano più. Eppure, come ricordano i nostri nonni e genitori, in passato la fiera di Santa Lucia, durava ben cinque giorni. Vi si smerciavano biancheria, ferramenta, animali. Fra le merci vendute, come annota in un libro del 1985 l’antropologo Giovanni Sole, risultano per il 1848: 900 pecore ed altri animali e 10 botti di vino tracannato dagli avventori che si recavano in paese.

Come ricorda la tradizione, la fiera si svolgeva in Piazza del Popolo, meglio conosciuta come “a Praca” (dal greco roccia), che era piena all’inverosimile di “ferari”. La parte più eminentemente religiosa invece si svolgeva in San Giuliano.

La storia della santa martire

Si racconta che sotto Diocleziano, nel 304, Lucia, appartenente ad una famiglia aristocratica siracusana, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Altre fonti ricordano il rifiuto della giovine di sposare un tribuno romano, il quale la punì facendole cavare i bellissimi occhi, o secondo altre, fu proprio lei a cavarseli e mandarglieli, riponendoli in un piattino, dato che il tribuno ne era rimasto affascinato.

Una curiosità meteorologica

Al culto della santa si innestano anche credenze popolari. Quella che trae origine dal sapere contadino – comune ad Aiello come in tutti i paesi calabresi -, vuole che a partire dal 13 dicembre, per prevedere il tempo meteorologico dei vari mesi dell’anno seguente, si cominciasse a contare i giorni che mancavano per Natale. Per cui il 13 era gennaio, il 14 febbraio e così via fino al 24 riferito a dicembre. Si era convinti che le stesse condizioni di tempo registrate nei "giorni contati" si sarebbero ripetute nei mesi corrispondenti.

Bruno Pino

21/12/2005
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