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Sgombero Ipg, parla la figlia di una paziente

Intervista accorata a una donna che dopo il blitz di martedì ammette di aver cercato la propria congiunta per giorni: "Mia mamma è stata tirata giù dal letto e portata via in ciabatte"

21/03/2009 di ALESSANDRO CHIAPPETTA

papa-giovanni-protesta«L'azienda sanitaria dovrebbe vergognarsi. Quello che è successo è assurdo». Ha la voce rotta dall'emozione una donna che chiede l'anonimato e che ha la madre tra i pazienti sfollati del Papa Giovanni. Dice di aver saputo dello sgombero solo martedì, quando i militari erano già all'opera. «Noi familiari non siamo stati avvisati per nulla, è stata una situazione gestita in maniera disastrosa. Li hanno svegliati alle quattro del mattino e, senza neppure dar loro il tempo di vestirsi li hanno caricati e portati via. Chi in autobus, chi in ambulanza, presi e portati chissà dove. Sa quando è arrivata mia madre alla nuova clinica?
Alle 14,30. Persone anziane e ammalate prese dal letto e sottoposte a dieci ore di autobus».

E lei non sapeva nulla? E come ha fatto a ritrovarla?
«Ho dovuto girare dodici cliniche con la foto di mia madre in mano e fare centinaia di telefonate e di fax. Si rende conto?».
E come sta?
«E' disorientata. E' stata vent'anni a Serra d'Aiello, conosceva tutto e tutti e si è ritrovata di botto in una dimensione completamente diversa. Ma la cosa veramente grave è un'altra».
Quale?
«Le nuove cliniche non hanno le cartelle dei pazienti. Non sanno con chi hanno a che fare. Per fare accertamenti ci vogliono giorni. E' una vergogna».
Da cosa è affetta sua madre?
«Psicosi cronica. Se non esegue la terapia corretta può diventare violenta. Ma lì si trovava bene, riusciva a badare a se stessa. Certo, il bisogno di assistenza era continuo. Come imiglioramenti, però. E su questo c'è solo da ringraziare il personale del Papa Giovanni».
Ha parlato con qualcuno? Per esempio l'Azienda sanitaria?
«Ci hanno detto di aspettare. E io sto ancora aspettando che mi dicano dove sia mia madre, pensi un po’. Elenchi non ne hanno. Non hanno nulla».
La Procura di Paola?
«Niente. Dicono che loro dovevano occuparsi solo dello sgombero».
Lei è andata al Papa Giovanni?
“Certo. Volevo prendere le cose di mia madre. I carabinieri non mi hanno fatto neppure entrare”.
Sua madre cosa le ha raccontato di quei momenti?
«Che l'hanno buttata giù dal letto. Che è riuscita a mettere solo un paio di pantaloni. E' andata via in ciabatte. Tra l'altro sull'autobus qualcuno dei pazienti è andato in escandescenze, è volato qualche colpo e mia madre ci ha rimesso un paio d'occhiali».
Come famiglia, eravate a conoscenza dei problemi del Papa Giovanni?
«Altrochè. Sono successe cose strane. Mia madre ha una fattura per una dentiera di settemila euro. Settemila euro.E mia madre ha tutti i denti».
Veramente?
«Non solo. C'erano spese per creme, calze clamorosamente gonfiate. A un certo punto avevamo ottenuto l'accompagnamento. Quando sono arrivati gli arretrati sono spariti nel nulla e questo nonostante continuassimo a pagare la retta dell'istituto».
Auguri.
«Grazie. Ma perchè persone sfortunate, con malattie dalle quali non possono guarire, sono state trattate così?».

fonte: Il Quotidiano della Calabria

21/03/2009
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