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Da Papa Giovanni Paolo II a Benedetto XVI

Dall’addio di Papa Giovanni Paolo II al suo successore Papa Benedetto XVI.



Nel grigiore di una sera di inizio aprile il Papa proveniente da Cracovia, il rappresentante del mondo cattolico, è salito nell’Alto di quel Cielo a cui dedicava le sue preghiere e la sua devozione. La gente nei bar, a casa, davanti la televisione, in piazza, ovunque, ha udito il triste suono delle campane e per un attimo un grande senso di perdita ha colpito l’animo di ognuno al pensiero di non poter più rivedere "quell’uomo venuto da molto lontano" che ha regalato a chi lo seguiva fiducia, speranza, sorrisi, parole, coi suoi tanti discorsi e con le sue azioni, le sue dichiarazioni, i suoi tanti viaggi, i suoi ventisette anni di papato.
"Karol, il Grande", "il Papa di tutti"… tanti i titoli che resteranno sempre attaccati all’immagine di quel Papa vestito di bianco che amava i giovani e non dimenticava mai di indirizzarli sulla giusta via, il Papa della pace che stringeva le mani ai tanti colori dei tanti Paesi, il Papa che ha dato voce alla povertà del Terzo Mondo, che ha combattuto contro la guerra e contro l’indifferenza.
Nuovo, audace, straniero, Wojtyla venne eletto Papa il 16 ottobre 1978, all’ottava fumata, e inaugurò il suo pontificato con una frase semplice che lo ha accompagnato in tutti gli anni che sono seguiti: " Non abbiate paura", rivolto a tutti, ad ogni singolo uomo, ad ogni singolo popolo, ad ogni singolo Paese.
Amante della poesia, della natura, delle persone, Papa Wojtyla ha valorizzato il ruolo della donna nella società contestando la condizione di sottomissione all’uomo e si è battuto per salvaguardare i diritti dell’uomo e la dignità sul lavoro.
Wojtyla non si è fermato dinanzi a niente e, vecchio e stanco, viaggiò verso Cuba e attorniato da una immensa folla, illuminò quel Paese, identificato nella figura di Fidel Castro, con la speranza di una svolta dichiarando: " Che il mondo si apra a Cuba e Cuba si apra al mondo". Tante delle sue speranze furono deluse ma Wojtyla non si arrendeva mai.
Capitalismo, dittature, consumismo, ideologie totalitarie come quelle dell’Africa e dell’America Latina, sono sempre stati fatti e dati, storia, argomenti e temi, condannati dal Papa che amava la Libertà e i diritti della vita e che ha sempre cercato di combattere tutte le ingiustizie che hanno regnato e regneranno, in fondo, per sempre su questo mondo.
Buono, generoso, allegro, capace di accarezzare anche chi voleva ucciderlo…. La sua vita è sempre stata una macchina in corsa verso la pace, la fede, l’umiltà, il perdono.
Papa Giovanni Paolo II resterà per sempre il Papa di tutti, di tutti coloro che hanno avuto fede in lui e nel Signore e per tale motivo non potrà mai essere dimenticato… la sua morte ha fatto sentire un po’ più soli, ha colto impreparati, nonostante le sue precarie condizioni di salute, già da tempo, annunciavano il peggio…. …Non sarà facile guardare la televisione di domenica, oppure andare a Piazza S. Pietro e non vederlo, non sentirlo più parlare e non sentire più il suo conforto risuonare raucamente…. Resterà per sempre nel cuore dei fedeli, nel posto che meritatamente si è guadagnato… e ci sarà forse anche un’aureola che, come si sussurrava da ancor prima della sua morte, incornicerà la sua testa in omaggio ai miracoli che, come si dice, abbia compiuto.
Tanti giorni, ormai, sono trascorsi da quel due aprile in cui Papa Karol si è rifugiato nella casa del Padre e da ieri, 19 aprile 2005, un Nuovo Papa si è affacciato dalla Finestra di S. Pietro mentre una folla trepidante, e un po’ scettica, lo osservava cercando nel suo volto e nella sua voce qualcosa che ricordasse Papa Wojtyla….
Dopo tre precedenti scrutini, al quarto l’atteso fumo bianco è cominciato a fuoriuscire dal comignolo su cui erano puntati migliaia di occhi e videocamere. Dopo dieci minuti le campane suonano. La gente, elettrizzata, comincia a raggrupparsi nella grande Piazza. Nessuno vuole perdere l’occasione di assistere all’uscita ufficiale del primo Papa del Terzo Millennio. È il cardinale Medina Estevez ad anticipare l’entrata del neo-Papa e ad annunciarne il nome: Joseph Ratzinger, il super favorito che chiunque avrebbe dato per scontato, è la nuova figura che rappresenterà la Chiesa e la fede nel mondo.
Il nuovo pontefice ha scelto il nome di Benedetto XVI, un nome di pace che riporta al Papa Benedetto XV, eletto nel 1914 (l’anno di inizio della prima guerra mondiale), il papa che per primo ripudiò la guerra definendola "inutile strage" in una sua enciclica.
Proveniente dal Paese a cui sono legate le due grandi guerre mondiali del passato secolo, la Germania, Ratzinger, con addosso le vesti portate fino ad alcune settimane fa da Papa Wojtyla, ha dettato le basi del nuovo pontificato.
È la pace sarà il suo primo obiettivo, il suo primo desiderio, unito alla difesa del fragile cristianesimo e al rispetto di ogni altra fede e religione, al rispetto dei popoli, delle culture, della dignità dell’uomo e dei suoi diritti e, come Wojtyla, cercherà di combattere il capitalismo invadente e rabbioso.
Con voce tremante e occhi lucidi ha pronunciato il suo primo discorso alla folla commossa e al mondo: " Cari fratelli e care sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Signori Cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere, nella gioia del Signore risorto, fiduciosi del Suo aiuto permanente. Andiamo avanti, il Signore ci aiuterà, e Maria, Sua Santissima Madre, sta dalla nostra parte".
E cosi un nuovo pontefice si è affacciato sulla loggia di S. Pietro, e insieme a lui si sono affacciate tante nuove premesse che altro non sono se non la continuità di quelle del precedente Papato.
Una lunga storia e una lunga carriera sono state le basi decisive dell’elezione, da parte dei 115 cardinali, a favore di Ratzinger.
Una nuova era papale si apre, sotto un paio di altri occhi, sotto un altro nome, ma, sembra, con gli stessi principi di quella precedente.
Rosanna Lepore
23/04/2005

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